La Madre

Ora, l’uomo era il più astuto di tutti gli animali creati da Dio e chiese alla donna: “È vero che non possiamo mangiare da alcun albero del giardino?” Rispose la donna: “Da tutti gli alberi del giardino possiamo mangiare, tranne che dall’albero al centro del giardino, altrimenti moriremo”. Ma l’uomo disse allora alla donna: “Non moriremo affatto! Anzi, Dio sa che il giorno in cui ne mangeremo si apriranno i nostri occhi e saremo pari a lui, conosceremo il bene e il male”. La donna allora vide che l’albero al centro del giardino era bello e considerò desiderabile acquistare saggezza. Ne colse quindi un frutto e lo assaggiò, poi ne diede anche al marito, che ne mangiò anch’egli. In quell’attimo si accorsero entrambi di essere nudi. Intrecciarono allora delle foglie di fico e se ne fecero cinture.
Poi udirono il rumore dei passi del Signore che passeggiava nel giardino alla brezza del mattino e l’uomo si nascose con la moglie tra gli alberi del giardino. Ma il Signore lo chiamò: “Dove sei?”. E l’uomo rispose: “Ho udito la tua voce e mi sono vergognato, perché sono nudo. Quindi mi sono nascosto”. “Chi ti ha detto che sei nudo?” chiese il Signore, “Hai forse mangiato i frutti dell’albero proibito?” Rispose l’uomo: “La donna che tu mi hai posto affianco mi ha dato dell’albero e io ne ho mangiato”. Il Signore disse allora alla donna: “Che hai fatto?” e questa rispose: “Ne abbiamo mangiato e non siamo morti.” Genesi, 3.

In pieno deserto, una palma inondata di luce e di acqua è ricolma di frutti che non può più trattenere. Essa traborda di nascita.

La madre custodisce la discesa dell’anima nella carne, ne gestisce le fasi ed i cicli, con le proprie acque in silenziosa comunicazione con la luna. La gravidanza è la prima grande azione a partire dalla dualità, è generazione, condurre dall’oscuro alla luce, dall’inesistenza all’essere. Colma di un sapere che proviene dalla notte del tempo, ogni madre è una maga, ogni atto materno è magia.

È vero senza menzogna, certo e verissimo, che ciò che è in basso è come ciò che è in alto e ciò che è in alto è come ciò che è in basso per fare i miracoli di una sola cosa. E poiché tutto è e proviene da una cosa sola per sua mediazione, così tutto è nato da questa unica cosa per via di adattamento. Il sole è suo padre, la luna è sua madre, il vento l’ha portata nel suo grembo, la terra è la sua nutrice. Tabula smaragdina.

Così è fuori, come è dentro. Così in te, come nel mondo. Così nel piccolo, come nel grande. Così nelle viscere della terra, come sulla sua superficie. Alla luna corrisponde il sole, alla notte il giorno. E c’è notte nel giorno, giorno nella notte.
Nella madre c’è il buio della nostra origine, l’oscura interiorità degli inferi, la tenebra profonda dalla quale proveniamo, dalla quale siamo partiti, ciò che dobbiamo lasciare.
La madre è la porta dagli inferi, in cui nulla è se non buio, alla vita, il punto di passaggio al quale non possiamo più tornare, che possiamo solo guardare con amore e meraviglia voltandoci alle spalle, sempre più piccolo, sempre più lontano…

Consapevole dell’abisso dal quale provieni, amorosamente grato a colei che ti ha donato la vita e protetto nella propria fortezza, procedi.